Umidità del Pellet
L’umidità del pellet è insiema al quantitativo di ceneri ed al potere calorifico fra i tre valori più importanti per la valutazione del pellet, o per lo meno questo è quello che possiamo verificare sul mercato.
Di oltre venti paramenti di qualità individuati dal sistema di certificazione ENplus molto spesso solo i tre sopra menzionati vengono riportati nel sacco; ed anche quando sul retro del sacco viene riportata la tabella completa dei valori analitici, sul fronte del sacco è possibile trovare in bella mostra solo i valori: potere calorifico, ceneri ed umidità, in quest’ordine.
Questo fatto da solo è sufficiente a far comprendere quanto importante sia questo valore a livello commerciale ma al termine di questa guida potremmo cambiare il nostro modo di valutare la scheda di un pellet ed in particolare il valore dell’umidità. A tal proposito si consiglia vivamente di approfondire il paragrafo dei valori soglia delle classi ENplus
Umidità: la guida completa
SOMMARIO ARGOMENTI TRATTATI:
- Definizione di umidità del pellet
- Come si misura il contenuto di umidità
- Qual’è l’unità di misura dell’umidità
- Umidità e classe di qualità del pellet: valori soglia
- Relazione fra umidità e potere calorifico
- Esiste una relazione fra pellet umido e fumi?
- Regole per un corretto stoccaggio del pellet
Definizione di umidità del pellet
L’umidità del pellet è la quantità di acqua residua all’interno dei cilindretti ovvero la massa di acqua presente in rapporto alla massa di legno fresco. Quando la materia prima entra nella pressa pellettatrice il tasso di umidità deve essere pari a circa il 12-13%, condizione essenziale per il processo di estrusione del pellet. All’uscita della pressa molta dell’acqua se ne è andata per evaporazione e il valore ottenuto oscilla fra il 5 ed il 10%.
Come si misura il contenuto di umidità
Lo standard di riferimento per la misurazione del contenuto idrico (o umidità) del pellet è la norma UNI EN ISO 18134-1:2015 denominata Biocombustibili solidi – Determinazione del contenuto di umidità – Metodo dell’essiccamento in forno, in vigore dal 05 novembre 2015.
Il campione di pellet viene pesato (massa del campione umido = m1) e poi tenuto 24h in stufa a 105±2°C. Al termine dovrebbe avere un’umidità prossima allo zero quindi viene pesato nuovamente (massa del campione anidro = m2). Con i due valori di peso individuati di calcola l’umidità secondo la formula: (m1 – m2) / m1 x 100
Qual’è l’unità di misura dell’umidità
L’unità di misura del contenuto idrico è w% ovvero una percentuale in peso. A differenza delle ceneri stavolta il calcolo si effettua su base “tal quale“, ovvero sul campione nelle sue condizioni di umidità.
Umidità e classe di qualità del pellet: valori soglia
Questo è l’aspetto più interessante di questa guida sull’umidità. Perché Il Manuale ENplus nella Parte 3 – Requisiti di qualità del pellet stabilisce un unico valore soglia per tutte e tre le categorie A1, A2 e B? Se il più importante sistema di certificazione della qualità del pellet non discrimina una categoria rispetto all’altra in base al contenuto idrico deve pur significare qualcosa.
E’ un dato di fatto che un combustibile tanto più è umido tanto meno vale. Ma contrariamente al valore delle ceneri l’EPC ha pensato bene di impostare un unico valore soglia <10% per tutte e tre le classi di qualità.
Relazione fra umidità e potere calorifico
A livelo analitico tanto più è elevata l’umidità del pellet tanto inferiore sarà la resa a parità delle altre caratteristiche del pellet. Questo avviene perché in fase di combustione una parte di energia viene utilizzata per far evaporare l’acqua residua. Per capire bene questo fenomeno si rimanda al paragrafo Potere Calorifico Superiore (PCS), Inferiore (PCI) e netto all’interno della pagina sul potere calorifico.
Dopo aver letto questo paragrafo avrete capito che se il dato di potere calorifico indicato nei sacchi o nelle schede del pellet fosse quello inferiore o netto, il dato dell’umidità sarebbe praticamente irrilevante.
Esiste una relazione fra pellet umido e fumi?
Qualora l’umidità del pellet dovesse essere fuori dalla norma, ad esempio maggiore del 10% potrebbero verificarsi dei fenomeni poco graditi. Eccessiva formazione di fumi bianchi (ricchi in vapore acqueo) con conseguente formazione di depositi nelle pareti interne della stufa e della canna fumaria e/o una cattiva combustione.
E’ un’eventualità remota quindi sconsigliamo di mettersi a guardare il crogiolo in cerca di indizi particolari, nella maggioranza dei casi di cattiva combustione la causa va ricercata nella parametrazione della stufa che ricordiamo deve essere fatta sul pellet in uso: aumentando o diminuendo il comburente (aria/ventola) o il combustibile (pellet).
Regole per un corretto stoccaggio del pellet
La normativa ENplus vincola i produttori ed i trader certificati a scrivere nel sacco la dicitura “Conservare in luogo asciutto”. Tuttavia i consigli della ENplus spesso si scontrano con le esigenze casalinghe. Talvolta, infatti, per mancanza di spazio all’interno e per non privarsi del lusso di aquistare il pellet in prestagionale, il consumatore è costretto ad inventarsi ricoveri di fortuna: sotto una tettoia, dentro la casetta in legno utilizzata come rimessa attrezzi o all’aperto con un telo impermeabile come copertura.
Nel lasso di tempo di qualche mese con il prodotto a contatto con aria umida è possibile che il livello di umidità possa aumentare. Si ricorda che i sacchi di pellet da 15 Kg, per poter essere impilati a creare il bancale, devono essere forati quindi acqua ed aria umida troveranno sicuramente la maniera di entrare nel sacco attratti dallo stesso pellet, rendendolo umido.
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